Quando inquadriamo e componiamo i nostri scatti, uno degli alleati principali è sicuramente lo spazio negativo, la porzione di inquadratura cioè che non è occupata dal soggetto.
Lo spazio negativo ci aiuta a valorizzare il nostro soggetto principale.
La prima scelta da fare è LIMITARE LO SPAZIO NEGATIVO o ESALTARLO?
Da questa scelta compositiva dipenderà molto del risultato del nostro scatto.
Vediamo un esempio:
In questa foto che ho scattato in Cina, ho volutamente dato molto spazio al cielo nuvoloso (lo spazio negativo) e relegato il mio soggetto (la fortezza) nell’angolo basso a sinistra. Potrebbe sembrare sminuirne l’importanza, ma optando per una scelta così decisa, il risultato è stato quello di conferire maggiore peso al soggetto.
Quando invece abbiamo a che fare con la ritrattistica, la regola vorrebbe che il soggetto, all’interno dell’inquadratura possa avere spazio nel quale muoversi, senza dimenticare che i nostri occhi sono atrratti dai volti e tendono a seguire la direzione degli sguardi dei soggetti inquadrati o dei loro movimenti.
Ecco un esempio:
In questa foto, scattata a Varanasi, ho scelto di limitare lo spazio negativo e lascio allo sguardo della madre il compito di guidare l’occhio di chi guarda verso il soggetto vero della foto: il bimbo.
Nel caso di un ritratto, è buona regola cercare di lasciare spazio nella direzione dello sguardo, come ad esempio in questo scatto:
A questo punto non resta che sperimentare, ricordiamo: SOGGETTO, SPAZIO NEGATIVO e DIREZIONE DELLO SGUARDO RITRATTO o DIREZIONE DELLA POSA (come è messo il corpo del soggetto ritratto, nel caso di una figura umana)
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