I megapixel non sono tutto

stampa

Ecco un post dedicato a chi comincia o a chi magari sta valutando di comprarsi una nuova reflex, ma anche come ripasso per tutti coloro che sentono nel profondo del cuore di saperne sulla fotografia digitale, ma non disdegnano qualche rassicurazione.

I megapixel non sono tutto.

Come ragazzini in uno spogliatoio, spesso i fotografi – ma anche le fotografe, ahimè – corrono la gara meno sensata, la corsa a chi ha più megapixel.
I megapixel non sono tutto! Mettiamocelo in testa una volta per tutte.
Non sto dicendo che non conti, che 3,2 MP rendano proprio come 24, non è così, altrimenti tutta questa frenesia da parte della case costruttrici di produrre macchine con sempre più risoluzione sarebbe semplicemente un’insensata follia.
Sto cercando di dire che il numero di pixel (cioè la risoluzione del sensore della nostra macchina fotografica) fa davvero la differenza quando intendiamo stampare le nostre foto, mentre non ha nessun merito nella qualità delle fotografie che la nostra reflex è in grado di scattare.

È fin troppo semplice lasciarsi sedurre dalla sirena del numerone, ma mi auguro che presto per tutti noi sia soltanto un falso mito.

La risoluzione è importante quando stampiamo.

Sì, in questo caso hanno ragione i fanatici del numero dei megapixel, perché la risoluzione è proporzionalmente legata alle dimensioni finale che possiamo stampare, senza perdere qualità o – nel caso di un crop (o taglio) – fino a quale rapporto di ingrandimento possiamo arrivare prima che i pixel comincino a scalettare l’immagine finale. Chiaro!? Spero di sì!

La cosa si complica un po’ perché, ovviamente, le dimensioni finali possibili di una stampa senza difetti di struttura sono anche legate alla risoluzione di output della stampante che si impiega. Per cui, a parità di pixel offerti dalla macchina fotografica, la soglia di qualità delle nostre stampe si abbassa più la risoluzione di output della stampante si alza – e, purtroppo, più è alta la risoluzione di output e più si presuppone la stampante offra una migliore qualità di dettaglio. La risoluzione di output si misura in dpi (dots per inch – punti per pollice)

Ecco un esempio pratico per capire meglio, mantenendo un’ipotetica risoluzione di 250 dpi:

  • con 3,2 MP riusciamo a stampare una cartolina 10×15  cm
  • con 6 MP stampiamo un A4, 21×29,7 cm
  • con 10 MP arriviamo fino ad un A3 (scarso), poco meno di 29,7×42 cm
  • con 24 MP raggiungiamo 40×65 cm, circa

Ci sono un po’ calcoli da fare e qualcuno di noi potrebbe essere un po’ in difficoltà, capisco. Photoshop ci può aiutare, ad esempio, dopo aver aperto l’immagine, dal menù scegliamo Immagine e poi Dimensione Immagine. Impostiamo la risoluzione finale di stampa, avendo cura di spegnere il flag di ricampionamento. Molto bene, i nuovi valori, che possiamo chiedere al programma di indicarcelo in centimetri, sono in effetti le dimensioni stampabili – facile, dai…

Ma il doppio dei MP produce stampe grandi il doppio?

No e questo è motivo di confusione spesso. Il numero finale di MP che offre un sensore è il rapporto dei pixel sulla base per i pixel sull’altezza, per cui qualcosa di molto simile al quadrato dei pixel, ma i sensori delle nostre reflex hanno un rapporto molto vicino a 4:3.
Facciamo un paio esempio: un’ipotetica macchina che offre  4000 pixel di base e 3000 in altezza ha una risoluzione di 12MP; così come una che ne ha 8000×6000 offrira 48MP.
Dove 48MP rappresenta effettivamente una risoluzione doppia di 12MP – e non 24, come molti di sarebbero erroneamente portati a pensare.
Ecco perché molto spesso, fotografi un po’ più esperti e meno facili al richiamo delle sirene degli MP, ci dicono che tra 16MP e 21MP la differenza non è poi così significativa, se non forse nel prezzo finale.

Ma chi è responsabile della qualità?

Non i megapixel, in senso assoluto, ma il sensore.
Proprio così, il sensore è il maggior responsabile per la qualità delle fotografie che in grado di produrre un particolare modello di macchina fotografica.
Più il sensore è grande e maggiore è la potenzialità di produrre immagini digitali di qualità superiore.
Il segreto (di Pulcinella) è tutto nella grandezza dei fotositi (in inglese “photosites – l’unità più piccola che compone un sensore e che ha il compito di catturare la luce). Più grandi i fotositi di un sensore e maggiore è la qualità di un sensore, ma per contenere fotositi più grandi serve, ovviamente uno spazio maggiore, ed ecco perché macchine con un sensore più grande (e quindi, si presuppone, con fotositi più grandi) offrono maggior qualità.

Sotto, un’immagine che ho preso in prestito da bikepacking.it (e ringrazio formalmente) e che credo riassuma bene le differenze tra sensori  in termini di dimensioni:

dimensioni sensori

Spero di essere risultato chiaro, per cui, ora nel caso vogliate acquistare una nuova macchina fotografica, non lasciatevi abbindolare dal miraggio dei Megapixel, ma guardare oltre.


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4 risposte a "I megapixel non sono tutto"

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  1. A sostego di quanto affermi.
    La fotocamera del melafonino sette ha 12 MP mentre la mia Df ne ha 16.2 di MP.
    La differenza nei risultati? Colossale e non paragonabile.
    Ciao

  2. L’esempio che porti è emblematico di come molto spesso la comunicazione promozionale usi la leva dei Megapixel per vendere un po’ di proverbiale fumo.
    Puoi pompare gli MP, puoi vantare lenti Zeiss, puoi cercare altre strade più o meno esotiche, ma le dimensioni dei sensori negli smartphone non sono paragonabili a quelle di una reflex, anche se naturalmente la tecnologia nel settore telefonia cellulare ha fatto incredibili balzi in avanti, soprattutto per ciò che riguarda le prestazioni fotografiche, supportate da un continuo varo di app che cercano di simulare in modo sempre più sofisticato la profondità di campo, i diaframmi, i tempi di posa, ecc.
    Lo trovo un bene, ma credo che sia importante che la gente abbia le idee chiare e che poi scelga in base all’utilizzo che intende fare e alle aspettative di qualità.

  3. Ciao,
    si ovviamente sono piu’ che d’accordo sul discorso dei pixel, anche se non va sottovalutato l’aspetto “storico”.. nel senso che il discorso e’ validissimo e assoluto soprattutto se si considerano macchine in produzione nello stesso periodo… D’accordissimo anche sul discorso smartphone, aggiungerei pero’ che il punto e’ avere le idee chiare sullo scopo e destinazione delle foto che si intendono scattare o si scattano. In molte circostanze un ottimo smartphone dal punto di vista della fotocamera e’ sicuramente la soluzione ottimale (bozze fotografiche… condizioni “impossibili” per una reflex, quantomeno a livello di velocita’ di esecuzione…. reportage dove l’aspetto qualita’ e caratteristiche tipicamente Fotografiche sono di secondaria importanza se non nulla…. ). Buon proseguimento.

    1. Completamente d’accordo!
      Soprattutto sull’osservazione relativa agli smartphone – io faccio un larghissimo uso del mio iPhone, che tra l’altro monta una ciofeca di lente e un sensore pessimo, per scattare note, istantanee e roba simile.
      Il periodo di produzione della fotocamera è più legato alla qualità del sensore montato che non ai MegaPixel, nel senso che 6 MP di 10 anni fa equivalgono a 7 MP di oggi, solo che 10 anni i sensori offrivano una qualità minore ed ecco perché, forse, i 6 MP di oggi possono produrre risultato migliori, anche se oltre un certo rapporto di ingrandimento non ci potevi andare allora, come non ci puoi andare adesso (ma non conosco quasi nessun fotografo amatoriale che abbia avuto il problema delle dimensioni di stampa.

      Grazie per leggermi e per esserti presa la briga di commentare.

      Walter

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