Il sole a picco non offre sicuramente la miglior luce, soprattutto se siamo a caccia di scatti piuttosto canonici.
Addirittura qualcuno esclude a priori di scattare con il sole a picco.
Io no!
Andare oltre la golden hour
Mi piace paragonare la golden hour alla regola dei terzi: due porti sicuri e, permettetemi di dirlo, un filo accademici.
Le giornate non sono fatte di sole golden hour e blue hour.
Ci sono lunghe ore in mezzo nelle quali troppo spesso il fotografo ripone la macchina fotografica nello zaino.
È vero, quasi tutti i manuali di fotografia sconsigliano di fotografare con il sole alto e perpendicolare all’orizzonte, e convengo con i loro autori che ci sia del buon senso dietro questa indicazione.
In realtà, mi piace pensare a quella del sole a picco come ad è una sfida che si può provare a vincere.
Per farlo è necessario usare l’intelligenza e capire quali scene possano generare scatti validi, nonostante le condizioni di luce difficili.
Sole a picco uguale contrasto elevato
Il problema più grande da risolvere quando si decide di scattare con il sole a picco è l’elevatissimo contrasto tra le aree in piena luci e le zone in ombra.
In condizioni di cielo terso e di sole alto, la differenza tra le luci e le ombre può facilmente superare i dieci stop, in ogni caso la forbice che si viene a creare nella misurazione della luce difficilmente sta all’interno del range gestibile da qualsiasi sensore.
Se pensiamo di voler registrare i dettagli sia nelle alte luci, sia nelle ombre, siamo costretti a ricorrere a scatti in HDR.
Con il sole a picco, il contrasto tocca livelli altissimi, tenendo in scacco la nostra esposizione.
Mi domando, ma perché scegliere di scattare in una situazione ambientale così ostile, cercando di comportarci come se fossimo illuminati dalla calda e poetica luce della golden. hour!? Mi pare tanto un’idiozia.
Con il sole a picco il contrasto elevato la fa da padrone, perché insistere a considerarlo un nemico e invece non cominciare a pensare al contrasto come un nostro alleato?
Sole a picco: usiamo la testa
Un vecchio adagio recita che ‘se non possiamo sconfiggerlo, è meglio farselo amico’.
Così dovremo comportarci con il contrasto nelle ore più difficili della giornata, quando cioè il sole è a picco sull’orizzonte.
Dobbiamo innanzitutto usare la testa, scegliere bene i nostri soggetti e trattare l’inevitabile elevato contrasto presente nella scena come il nostro miglior alleato.
Voglio pensare che se abbiamo scelto di uscire a mezzogiorno a scattare, anziché starcene belli freschi a casa, significa che vogliamo catturare la luce in tutta la sua crudezza e in tutto il suo contrasto.
Usare la testa, significa scegliere con cura cosa scattare, ma soprattutto COSA NON SCATTARE con il sole a picco.

Il sole a picco NON è cosa per ritratti morbidi
Se scegliamo di scattare un volto illuminato dal sole alto nel cielo, dobbiamo tenere bene a mente che quel tipo di luce, seppur molto suggestiva, non lascia margini alla clemenza.
Ritrarre un volto illuminato dal sole alto di mezzogiorno significa essere ben consapevoli che lo scatto sottolineerà ogni ruga, ogni solco dell’incarnato e accentuerà le ombre sotto gli zigomi, tra le labbra e il naso, sotto il mento, rendendo il volto spesso una maschera drammatica e concedendo davvero molto poco alla dolcezza.
Questo non significa che scattare un ritratto in pieno sole sia vietato.
Significa soltanto che dobbiamo avere molto chiaro nella nostra testa ciò che otterremo e ciò che invece il sole a picco non ci concederà mai.

Un flash per amico
Vi racconto un incubo…
Due amici mi chiedono di fotografare il loro matrimonio, accetto e, soltanto dopo, scopro che si sposeranno a Matera e che parte del servizio lo vorrebbero con le murge e i sassi alle spalle, subito dopo la funzione, nella luce di mezzogiorno.
Direte, ma scusa, non hai appena finito di pontificare che è possibile scattare ritratti anche con il sole a picco!?
Certo, ma nessuna coppia vorrebbe sembrare una maschera drammatica nelle foto del suo matrimonio!
Che fare dunque!?
Per prima cosa ci serve un flash che possiamo pilotare in remoto – più il flash è potente e più farà al caso nostro, impostiamolo su manuale e rassegnamoci al fatto che quasi sicuramente lo andremo ad utilizzare a piena potenza.
Dopo di che leggiamo l’esposizione per lo sfondo e sottoesponiamo di almeno mezzo stop. Ricordiamoci che lo sfondo non dovrà apparire completamente fuori fuoco e scegliamo un’apertura di diaframma contenuta – ecco il motivo per il quale il nostro flash deve avere una potenza adeguata.
Usiamo il colpo di flash per rischiarare le ombre sotto gli zigomi, sotto il mento e sotto il naso dei nostri soggetti.
Ricordiamoci la regola pratica che, quando vogliamo miscelare luce ambiente con luce flash, dobbiamo avvicinare la qualità di quest’ultima il più possibile a quella della prima. In questo caso, siccome la luce ambiente è data dal sole a picco ed è diretta e dura, anche quella del nostro flash dovrà avere le stesse qualità – per cui, nessun softbox o altro.
Qualche scatto per tarare la distanza del flash dai soggetti e per verificare che l’esposizione dello sfondo ci soddisfi e poi… “3, 2, 1, un bel sorriso… click!”

Il paesaggio nella luce cruda del sole a picco.
Il sole di mezzogiorno NON è nemmeno per panorami e cieli azzurri, soprattutto se vogliamo mantenere sia il cielo che qualche dettaglio del paesaggio.
Sottoesponendo quanto serve e montando un filtro polarizzatore, soprattutto se stiamo scattando al mare o uno specchio d’acqua, sono due escamotage molto utili per portare a casa risultati validi.
Dimentichiamoci i paesaggi accademici, la differenza in EV tra il cielo e la terra è di gran lunga troppa perché qualsiasi sensore riesca a registrarla senza sacrificare i dettagli in una delle due aree estreme.
Esponendo per il cielo, perderemo sicuramente i dettagli nelle ombre e, viceversa, esponendo per le ombre, bruceremo irrimediabilmente il cielo.
Questa è la sfida da vincere, se decidiamo di scattare un paesaggio illuminato dal sole a picco.
Usando ancora una volta la testa, possiamo vincere anche questa sfida, ad esempio limitando le aree di cielo slavate e concentrandoci sulle superfici, le cui texture, la luce dura tende ad evidenziare, concentriamoci sul contrasto tra le zone in luce e le ombre dure e sui pattern grafici che ne scaturiscono.

Sole a picco: scatti grafici, bianco e nero, dettagli e materia
Il titoletto la dice tutta.
La durezza e la direzionalità della luce del sole a picco esaltano alcuni particolari tipologie di scatti. Noi dobbiamo imparare a capire quali.
La luce cruda di mezzogiorno esalta la trama delle superfici urbane.
Muri, marciapiedi, monumenti ed altri elementi urbani vari si trasformano in soggetti principe per questo tipo di luce.
Sfruttiamo la perpendicolarità dei raggi del sole, la singolare direzionalità della luce e la sua durezza per immortalare texture e pattern grafici, per registrare dettagli, avvicinandoci molto e prediligendo, a campi larghi, inquadrature più selettive.
Cerchiamo il contrasto ed esponiamo per esaltarlo, senza timore, senza mezze misure.
Pensiamo in bianco e nero e a trasformiamo la scena in un alternarsi di chiari e scuri, ricchi di tensione.
Superiamo la dimensione puramente descrittiva della fotografia ed avventuriamoci in una più creativa, che sfrutta i tagli di luce e i contrasti esasperati per fare emergere forme geometriche e suggestioni.
Chi ha detto che il sole a picco è una disperazione per i fotografi!?
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